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Castello Sforzini di Castellar Ponzano – Nel giorno di San Giovanni d’Estate 2022 viene rinvenuto un antico mazzo di Tarocchi, nascosto dietro un mattone smosso nella torre dell’ala Ovest. Gli Arcani Maggiori non sono ancora stati datati, ma certo questa è testimonianza della presenza di esoteristi al Castello nei secoli passati. Già la simbologia alchemica presente al Castello ne era indizio, e quest’ulteriore prova rinvigorisce il filone di ricerca iniziatica su cui alcuni storici stanno lavorando.
Il “Gioco dei Trionfi” (questo il nome originario), alta espressione dell’arte cristiana tardo-medievale e rinascimentale, nacque proprio nei Castelli in Italia a fine ‘400, alle corti milanesi o ferraresi dei Visconti o degli Estensi. Nel ‘700 l’esoterista francese Court de Gébelin li interpretò come libro iniziatico – attribuito ora agli egizi, ora ai magi, ora ai cabalisti e agli ebrei, affascinando le logge massoniche ed interessando Papus, Eliphas Levi, e gli iniziati della Golden Dawn.
Nel microcosmo degli Arcani Maggiori si riflette l’intero macrocosmo umano e divino, unendo religione, magia, ermetismo, alchimia, cabala e astrologia, teologia e filosofia. Ben lo compresero Pietro Aretino, Matteo Maria Boiardo e Teofilo Folengo, che scrissero del simbolismo dei “Trionfi”, e in tempi recenti Italo Calvino ne “Il castello dei destini incrociati” e Alejandro Jodorowsky.
L’inatteso ritrovamento di San Giovanni d’Estate conferma la vocazione esoterica del Castello Sforzini di Castellar Ponzano.
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Abbiamo riconsegnato simbolicamente il Castello alla comunità. Molti abitanti di Castellar Ponzano non ci erano mai entrati; alcuni avevano lontani ricordi di giochi da bambini nel giardino, risalenti a 50 anni fa. Ora abbiamo aperto un nuovo capitolo: insieme. Grazie alla Società di Mutuo Soccorso, anima del territorio. Grazie al Sindaco di Tortona Federico Chiodi, che con la Sua presenza ha confermato la grande sensibilità già dimostrata. Grazie a Daniele Massazza, Antonella Pasquale, grazie a Fabio Morreale. Grazie a tutti gli abitanti di Castellar Ponzano per l’accoglienza ricevuta. Avanti. Insieme.
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Rami del Mirabolano che cresce al Castello Sforzini di Castellar Ponzano.
Il Mirabolano prende il nome dal greco “μυροβάλανος”, letteralmente “ghianda profumata” (μυρον è “profumo” βάλανος è “ghianda”). Evoca per assonanza il “mirabilis” latino: meraviglioso, straordinario, stupendo, sorprendente. Mirabolante.
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Un’eccezionale rappresentazione iconografica del Castello Sforzini di Castellar Ponzano: nella carta prodotta dal matematico Silvio Bonemano, del 1594, era raffigurato il CASTELLO visto dal lato ovest (La carta si trovava nell’Archivio di Stato di Genova)
“Nel corso del ‘500 il CASTELLO vide un sostanziale rinnovamento, con ristrutturazioni ed ingrandimenti, ad opera del nuovo proprietario Galeazzo Balbi: sul lato nord venne costruito un nuovo corpo di fabbrica sfruttando il muro perimetrale, che ai piani terra e prima venne adibita a residenza nobile (al piano terra sono ancora visibili gli affreschi con lo stemma dei signori Balbi), mentre al piano seminterrato una struttura precedente, probabilmente un portico con tetto in legno adibito a riparo per i pellegrini ad opera dei cavalieri TEMPLARI o di San Giovanni, venne trasformata in grande cantina voltata. Infine, sul lato sud fu costruito un loggiato con archi a tutto sesto e copertura a volte a crociera, di cui restano evidenti tracce sul muro rimasto. All’esterno, sul lato est al di sopra dell’antico ingresso, un’epigrafe con lo stemma di Galeazzo Balbi venne inserito per marcare il nuovo possesso del CASTELLO.
Di quest’epoca era possibile vedere anche un’eccezionale rappresentazione iconografica: nella carta prodotta dal matematico Silvio Bonemano, del 1594, era raffigurato il CASTELLO visto dal lato ovest (La carta si trovava nell’Archivio di Stato di Genova)”
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CASTELLAR PONZANO, maggio 2022 – La scrivania del FUTURISTA Angelo Rognoni (a cui sedette MARINETTI) è giunta al CASTELLO SFORZINI di Castellar Ponzano. E’ ora nell’ala est, di fronte al grande camino.
La scrivania e la poltrona del futurista pavese Angelo Rognoni (a cui sedettero Marinetti, Mazza, Soggetti, Cerati, Morpurgo, Dessy, Corra, Chiti, Cangiullo ed altri protagonisti del futurismo) sono giunti al Castello Sforzini di Castellar Ponzano e collocati nell’ala est, di fronte al grande camino. Accoglieranno a tempo debito i visitatori interessati alla visione dei manoscritti e dattiloscritti (molti inediti) dell’Archivio Rognoni (che saranno resi consultabili in forma organizzata dopo il riordino e la catalogazione).
L’intero Archivio del futurista Angelo Rognoni (Pavia 1896-1957) comprendente manoscritti futuristi, dattiloscritti, riviste, giornali e libri futuristi, fotografie, disegni, dipinti, bozzetti, lettere, testi inediti, è stato affidato dall’ultima erede dell’artista a Luca Sforzini Arte. Marida Caviggia, nipote dell’artista, ha inoltre donato l’arredamento dello studio di Rognoni al Castello Sforzini di Castellar Ponzano perchè siano là collocati per eternare la memoria del nonno.
Luca Sforzini Arte, con l’acquisizione dell’Archivio Rognoni che si aggiunge alla gestione dell’eredità del futurista Francesco Cangiullo (Napoli 1884-Livorno 1977) proveniente dalla Collezione Mena Joimo di Livorno, riunisce così moralmente ed artisticamente i due grandi amici futuristi e rilancia l’attenzione al futurismo “dimenticato”.
Angelo Rognoni è stato, con Gino Soggetti, il principale esponente del futurismo pavese. Aderisce al movimento fin dagli anni Dieci; nel 1916 lancia il “Manifesto della psicopittura” e nel 1917 fonda “La Folgore Futurista”. Volontario nella prima guerra mondiale, combatte sul Carso e – fatto prigioniero – trascorre 14 mesi in un campo di concentramento. Elabora sintesi teatrali e tavole parolibere, romanzi, drammi, novelle, Manifesti. E’ legato con affettuosa amicizia a Marinetti, Mazza, Soggetti, Cerati, Morpurgo, Dessy, Corra, Chiti, Cangiullo, Masnata, Grignani, Prampolini.
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Angelo Rognoni su wikipedia
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