Quel lembo di terra corsara, tra Scrivia e Postumia a me cara, per strade tortuose è tornata, da Dio mai dimenticata.

CASTELLAR PONZANO
Quel lembo di terra corsara,
tra Scrivia e Postumia a me cara,
per strade tortuose è tornata,
da Dio mai dimenticata.
Cum merito et tempore desta
or l’alba d’un giorno di festa;
e vien dalla Storia un richiamo:
Gioisci Castellar Ponzano!

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Emanuele Ponzano fredda Fabrizio Balbi con un colpo d’archibugio.

TORTONA – 3 giugno 1524: di fronte al CASTELLO di CASTELLAR PONZANO, Emanuele PONZANO fredda Fabrizio BALBI con un colpo d’archibugio.
Dall’Archivio di Stato di Milano emerge uno straordinario manoscritto cinquecentesco che potrebbe spiegare il passaggio del Castello dalla famiglia Ponzano alla famiglia Balbi.
Si è ipotizzato che sia stata la rilevanza politica dei Balbi, saldamente schierati con gli Sforza (e quindi con gli Asburgo), a garantire loro il possesso del CASTELLO di CASTELLAR PONZANO a inizio ‘500: era infatti evidente la militanza dei Ponzano nel partito francese, di parte guelfa: la parte sbagliata della Storia, ai tempi.
Ma ora uno straordinario manoscritto cinquecentesco appena emerso dall’Archivio di Stato di Milano potrebbe invece indicare un omicidio avvenuto nei pressi del Castello come causa del passaggio del maniero dalla famiglia Ponzano ai Balbi.
Siamo nel secondo decennio del Cinquecento, e lo scontro tra francesi ed Asburgo è nel suo momento culminante. Gli animi, accesi dal posizionamento politico in una delle due fazioni, sono caldi, e una scintilla può scatenare la violenza. Ecco un incontro fatale.
Il 3 giugno 1524 il cavaliere Fabritio Balbo uscì dal castello di Tortona “per andare in campagna a veder li segatori passando per il luoco del Castellaro de Ponzani”, e sulla strada pubblica – insieme un tal Carlo Cazola ed Emanuele Ponzano – i quali “armati d’archibugi da ruota ivi passegiorno per uno pezzo parlandosi secretamente all’orecchie”, videro il Balbo. Secondo la testimonianza del Ponzano, il Cazola gli andò incontro dicendogli: “Ascolta cavagliero, voi tu dire che quello che hai detto”, al che il Balbo “interompendo le parole drizato l’arcobuggio verso la persona di detto cavagliero” fece per sparargli, ma l’archibugio “non piglio il fuoco”.
Il Ponzano dunque “senza dire altre parole drizo il suo arcobuggio da ruota contra il detto cavagliero e con la botta lo feri con la balla d’una ferita che penetra con la cassatura in corpo, del che morse”.
Seguì “inquisitione” e “confiscatione de beni”.
Poco sappiamo dell’esito del processo, se non che il Ponzano si fece almeno “esilio d’anni setti”, probabilmente per sfuggire all’arresto.
Non è affatto improbabile dunque che tra quei beni confiscati ci sia stato proprio il Castello, che infatti non ritornerà mai più in possesso dei Ponzano.
In ogni caso in epoca Balbi il Castello di Castellar Ponzano vide un sostanziale rinnovamento, con ristrutturazioni ed ingrandimenti.

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Un omicidio per spiegare il passaggio di proprietà.

La Stampa 17.01.2023
LA STAMPA, martedì 17 gennaio.
Castello Sforzini, in un documento del ‘500 – Un omicidio per spiegare il passaggio di proprietà.
Luca Sforzini: “La nostra Storia, il patrimonio culturale, la sua bellezza, restano il nostro vero tesoro nazionale”.

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Interessantissimo articolo riguardante il nostro Castello pubblicato su “Settegiorni Tortona”

Sette Giorni Tortona 03.02.2023
Desideriamo ringraziare pubblicamente Giuseppe Decarlini Pino Decarlini per l’interessantissimo articolo riguardante il nostro Castello pubblicato su “Settegiorni Tortona” venerdì 3 febbraio. Ne emerge come – dal censimento del 1541- risultino residenti al Castello ben VENTICINQUE FAMIGLIE (tra cui il “Magnifico Messer Galiaz Balbo cittadino de Milano” – e Commissario di Tortona, servitori, cuochi, stallieri e un “Prete milanese cappellano” con funzioni verosimilmente anche di istitutore “educatore dei figli” (come efficacemente nota Decarlini: “il classico quadro di una famiglia nobiliare”).
Vi sono nel testo, a nostro giudizio, due inesattezze – in nulla imputabili a Decarlini: semplici errori che si trascinano nei decenni da fonti imprecise o malinterpretate. Il primo, più banale: il Castello Sforzini/Balbi/Ponzano è senz’altro a sud-est rispetto al (fu) Castello Isimbardi (non ad occidente). Il secondo, più sostanziale: il Castello Sforzini/Balbi/Ponzano non è affatto più “recente (sec.XV)” rispetto al (fu) Castello Isimbardi: è coevo se non più antico. Attorno al ‘400 il nostro Castello è stato restaurato ed ingrandito (non certo costruito), come facilmente deducibile dalla “lettura” dei laterizi e delle diverse fasi costruttive del maniero, facilmente rilevabili in loco. Il nucleo più antico del Castello risale con evidenza ad una fase costruttiva compresa approssimativamente tra l’anno Mille/1.100 ed il 1.300. Grande merito va a Decarlini per aver alimentato la riflessione, che ci auguriamo si arricchisca sempre di nuovi spunti e ricerche. Le porte del Castello sono spalancate per rilievi, analisi ed approfondimenti in loco: per Decarlini, per la Pro Iulia Dertona, per storici ed appassionati, per le Università del territorio. Per chiunque abbia a cuore la nostra Storia, la Bellezza, il nostro patrimonio culturale. Ancora grazie, Tortona.

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